UN’ERUZIONE DI MERAVIGLIE!
-Diario di Viaggio: Anna Maria e Maurizio
-itinerario: Tiqua-Quito-Guayaquil-Otavalo
-Parque National el Cajas e Chimborazo-Cueca-Ruta de Cascados-Ambato-Guantualo
-Guanto-Laguna Chilatoa
-Isole Galapagos
Perché questo Viaggio:
in tutti questi anni di matrimonio, sia io che Maurizio, abbiamo sempre condiviso il piacere di viaggiare, per vivere nuove esperienze stando a contatto fra Genti e Natura differenti dal nostro quotidiano. L’occasione è capitata a noi attraverso la proposta di nostri cari amici,cosi dopo aver valutato e promosso la loro proposta ci siamo messi in viaggio verso questa nuova avventura.
Arrivati in Ecuador ci ritroviamo a Quito in una città ai piedi delle Ande, densa di abitazioni, numerose chiese caratterizzate da diversi mix di stili, imponenti Cattedrali decorate e arredate riccamente in stile neogotica.
Lasciata la città, praticando diversi Trekking e trasportati da un pulmino che costeggia strette stradine sterrate ai fianchi delle Montagne, accompagnati dalla nostra scrupolosa e attenta guida, arriviamo in brulle e impervie vallate a perdita d’occhio dai colori tenui, ma non per questo ricche di piante, fiori e animali ben amalgamati all’ambiente. Camminando notiamo campi ben coltivati e da qui capiamo la presenza dell’uomo infatti si cominciano a vedere i primi villaggi, con i suoi abitanti: visi fieri baciati dal sole, visi dolci, allegri, persone che lavorano sodo sfidando la natura per allestire mercati colorati colmi di invitanti frutti.
Puoi farti inebriare dal profumo dei loro bellissimi fiori o girare tranquillamente all’aperto tra le bancarelle piene di prodotti e artigianato del luogo.
Donne che cucinano ben felici di farti assaggiare i loro deliziosi cibi, pastori che scambiano i loro animali, persone serie, persone che per tutta la vita hanno lavorato la propria terra con la schiena ricurva.
Ma persone che hanno la musica nel sangue, e appena possono son ben lieti di coinvolgerti divertendoti cantando e suonando.
Salendo ancora su per le montagne, ti si spalanca una finestra di vallate circondate da Vulcani ancora fumanti, laghi formatisi dentro i loro crateri che fanno da specchio ad un azzurro cielo dipinto da candide nuvole.
E poi ancora, nere scogliere di lava spolverate generosamente da sabbia bianca, infrante da un mare cristallino:
contrasti di colori elettrizzanti.
Ci soffermiamo dove c’è “l’albero della vita” e allora per scaramanzia perché non abbracciarlo?
E come non puoi inchinarti e ringraziare tale bellezza mentre un Alpaca ti osserva da lontano!?
Salendo ancora la vegetazione è più rigogliosa ,verdeggiante, tropicale, si sente il rumore dell’acqua un’imponente cascata si presenta a noi, attraversiamo una passerella sospesa e traballante Scendiamo numerosi gradini, ci inoltriamo in cunicoli bui e umidi, finalmente arriviamo ai suoi piedi tra il frastuono della forza delle sue acque che si schiantano al suolo.
Saliamo ancora, il clima si fa più freddo, le montagne sono innevate, gli animali allo stato brado più selvatici, d’incanto ci appare il famoso Chimborazo una montagna alta più di 6000mt.
E la sfida si fa allettante la sua salita non e pericolosa o impervia ma il cammino deve essere lento, l’aria e sempre più rarefatta ti sfianca ti indebolisce ma quando arrivi in cima ti senti un’eroina, c’è l’hai fatta ! la gratificazione e tanta.
Arriviamo nel villaggio dei Quechua, qui incontriamo Caterina una pastorella di Alpaca, gentilmente ci mostra la sua umile casa, una casa modesta sicuramente non tecnologica.
Ma senza recinzioni o inferriate, guardando Caterina noto nei suoi occhi orgoglio e fierezza per la sua dimora come una regina che ci mostra le sue ricchezze, allora penso : si ! Caterina è proprio una regina ! regina della sua Liberta !!!
La porterò sempre nel mio cuore !
Alla nostra vacanza manca ancora qualcosa e allora in viaggio verso le Isole Galapagos.
Isole controllate dall’uomo ma questa volta senza costrizioni, senza gabbie, senza stravolgere il ciclo naturale della vita degli animali che la popolano, anche i turisti che vi entrano (pochi alla volta) devono essere rispettosi, silenziosi, discreti, l’unico trofeo che puoi portare via e quello che rimarrà nella mente, nel cuore, attraverso la macchina fotografica per poi, una volta tornati a casa rivedere le immagini, i particolari che ad occhio nudo ti sono sfuggiti: animali dall’aspetto severo, preistorico, buffo, quasi sornione ma anche animali eleganti, fragili dai colori più svariati e mentre guardi il tuo trofeo ti senti ancora più affascinata, il cuore batte a mille per quello che hai avuto la fortuna di vivere in questa fantastica avventura pensando felice: IO CI SONO STATA !!!!
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